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Bancha

La parola “Bancha” significa “raccogliere il tè”. Le foglie più in basso nella pianta del tè (Camellia Sinensis), ovvero quelle che rimangono nella pianta dopo le prime raccolte in primavera, diventeranno a fine inverno dell’anno successivo Bancha. Il mantenimento delle piantagioni dopo l’inverno comporta la pulizia dello strato fogliare inferiore. Per deviare l’energia della pianta verso i nuovi germogli, si raccolgono e si essiccano le vecchie foglie e gli steli dell’anno precedente. L’essiccazione avviene con aria calda o cottura al forno. Queste foglie già vecchie, dopo la cottura, nel loro insieme assumono un aspetto simile a un letto di foglie in pieno autunno,  un po’ come avviene con lo Shou Mei tra i tè bianchi cinesi. Oltre ad essere semplicemente essiccate le foglie possono essere anche tostate o affumicate. Nonostante il Bancha sia il tè del popolo, composto da foglie e steli vecchi, è diffuso in tutto il Mondo per le sue proprietà benefiche.

Il contenuto di teina del Bancha è bassissimo, per cui in Giappone lo pubblicizzano anche come tè per i bambini.  Alcalinizzantedisintossicantepurificante, a differenza di altri tè ha un alto contenuto di calciozinco e magnesio, oltre a ferro e vitamina A. Ecco perché (e ovviamente anche per il prezzo) è incluso nelle ricette per diete macrobiotiche.

In definitiva è un tè che non deve essere sottovalutato né sopravvalutato. Un tonico economico per il corpo ormai stanco dell’inverno, che può essere consumato anche ghiacciato o zuccherato.